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mercoledì 5 giugno 2013

I giornalisti non fanno il loro mestiere, di Marco Travaglio

Editoriale di Marco Travaglio, che dalle pagine del Fatto Quotidiano denuncia l'operato della categoria dei giornalisti nei confronti del Movimento 5 Stelle. Prende come esempio Linea Notte su rai3. Il Tiro al Grillo è lo sport preferito dei giornalisti.

Ora basta. Non se ne può più di questi attacchi di Grillo ai giornalisti che raccontano balle. Se però i giornalisti la piantassero di raccontare balle, farebbero cosa gradita, oltre a riscoprire il loro mestiere. Prendiamo il programma forse più pluralista della Rai: Linea notte su Rai3. È diretto da Bianca Berlinguer e condotto da Maurizio Mannoni: due persone serie, due ottimi professionisti. Eppure lunedì han dato vita a una puntata a dir poco imbarazzante, che la dice lunga sul sistema dell'informazione da quando, sulla scena, s'è affacciato il terzo incomodo: M5S. L'equilibrio in studio era la perfetta sintesi di un mondo che non c'è più: quello della cosiddetta destra e della cosiddetta sinistra.

martedì 4 giugno 2013

Intervista a Camilleri: Napolitano e la Costituzione in vacca, di Silvia Truzzi

Bellissima intervista a Andrea Camilleri di Silvia Truzzi. Potrete apprezzare la sua opinione su molti argomenti tra cui la rielezione di Napolitano, i media e la falsa informazione e la trattativa Stato-Mafia.

La signora Rosetta apre la porta di casa sorridente. Un filo di fumo ci guida da Andrea Camilleri, al lavoro nel suo studio: è appena uscito Come la penso, autobiografia in forma di saggi e racconti (Chiarelettere). E da Sellerio il nuovo Montalbano, Un covo di vipere. Nuovo, ultimo no. “Quando mai! L’ultimo Montalbano l’ho già scritto, quando ho compiuto ottant’anni: posso dire che il commissario non muore. E che non sposa Livia, non è tipo da matrimonio Salvo Montalbano”. Lui no, ma Andrea Camilleri sì: quest’anno fanno 56 anniversari di nozze. “Ci vuole tanta voglia di stare assieme. E tanta pazienza”. “Ma il commissario è diventato un fedifrago cronico”, proviamo a protestare. “È perché i maschi quando sentono arrivare la vecchiezza diventano di una fragilità sentimentale incredibile. Quando l’ho detto a mia moglie, mi ha risposto: Spero che non sia autobiografico, Andrea”.

In “Come la penso” tratteggia una sorta di ritratto “genetico” dell’italiano: impietoso.
C’è un modo di pensare, nell’italiano, che è ancora fascista: piace la prevaricazione, la sopraffazione. È un virus mutante, come quello dell’influenza. Si fa il vaccino e già il virus è cambiato. Noi italiani, è sgradevole dirlo, non amiamo i politici che ragionano e agiscono onestamente. Ferruccio Parri, un uomo mite, onesto, era appena stato nominato presidente del Consiglio e già tutta l’Italia lo chiama “Fessuccio”. Non piacciono, all’italiano, le persone dimesse: bello il luccicore delle divise, bella la parola tonante. Berlusconi no, non è un fascista. Ma ha un modo di proporsi, da gerarca, che piace molto perché è speculare a una certa mentalità italiana. I giudici scrivono: “Anche da presidente del Consiglio gestì una colossale evasione fiscale”. In un Paese normale, questo avrebbe annullato Berlusconi; in Italia gli fa guadagnare voti.

domenica 2 giugno 2013

Madrid: Marcia contro la dittatura della Troika

In Migliaia marciano a Madrid, e in altre città europee, contro la "dittatura" della Troika e le misure di austerità.

Migliaia e migliaia di persone in marcia contro le misure di austerità della Troika, cioè dell'Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale, e della Banca Centrale Europea.
Marciano a Madrid, Spagna, dove la disoccupazione ha toccato livelli record.
Per la strada un manifestante dice: 
"Abbiamo il più alto tasso di disoccupazione in Europa e questo governo non fa niente. Al contrario, la riforma del mercato del lavoro invece di incoraggiare la creazione di nuovi posti, aiuta gli imprenditori a licenziare la gente".

venerdì 31 maggio 2013

Trattativa Stato-Mafia, di Marco Travaglio

Articolo di Marco Travaglio , dalle pagine del Fatto Quotidiano. Argomento, trattative stato-mafia e convocazione di Napolitano a deporre. Vice Presidente Csm esprime disappunto su Napolitano in aula, per questioni di "rispetto".

Le eruzioni vulcaniche sono precedute da fenomeni precursori tipo fumarole, ceneri, gas, vapori, lapilli, scintille, frane, scosse sismiche, surriscaldamento del terreno, ebollizione delle acque. È quel che sta accadendo nei pressi del Quirinale dove, dal giorno della sua convocazione come teste al processo sulla trattativa, si attende da un momento all'altro l'eruzione di Giorgio Napolitano. Il primo indicatore rilevato dai vulcanologi è stato lo sciame sismico dei giureconsulti di corte in ebollizione sulla stampa di regime con argomenti squisitamente tecnici: ma come, convocare il Presidente a testimoniare, ma non s'è mai visto, ma dove andremo a finire, signora mia. Ieri sulla Stampa un secondo fenomeno precursore che lascia presagire l'imminente evento eruttivo: un'intervista del vicepresidente del Csm Michele Vietti. Il quale, nell'ordine: è "preoccupato" per un imprecisato "clima da curva sud", "non fa mistero del suo disappunto", "non posso negare che mi lascerebbe perplesso", "fatico a immaginare", "non mi sembra un'atmosfera adatta".

giovedì 30 maggio 2013

L'intervista buffonata di Bersani a Ballarò, di Marco Travaglio

Articolo di Marco Travaglio, in cui parla dell'intervista di Floris a Pier Luigi Bersani nella trasmissione Ballarò. Clima goliardico, come due cazzari al bar, scrive. Questo è giornalismo?

L'altra sera il giornalismo indipendente ha fatto un altro passo da gigante a Ballarò con l'intervista, si fa per dire, di Giovanni Floris a Pier Luigi Bersani. Parevano due compari che si ritrovano al bar dopo tanto tempo e il più cazzaro dei due racconta all'altro che lo voleva la Juve come centravanti, ma lui ha rifiutato perché merita ben di meglio. Solo che al bar, di solito, l'altro compare guarda il cazzaro con un misto di simpatia e commiserazione, e se è molto buono lo asseconda, altrimenti gli ride in faccia. Floris invece assisteva alle bugie di Bersani con compunta partecipazione, alzandogli lui stesso la palla per aiutarlo a mentire meglio. Così lo smacchiatore di giaguari ha potuto raccontare la favola del "governo del cambiamento" con i 5Stelle, abortito per il no di Grillo (tutti sanno che era un governo Bersani di minoranza, in cui i 5Stelle non avrebbero avuto alcun ministro e alcuna voce in capitolo sul programma, che Bersani si era premurato di preparare in anticipo: i famosi otto punti di sutura).

martedì 28 maggio 2013

L'importante è spalare merda a prescindere sul M5S, di Andrea Scanzi

Metto in evidenza un post di Andrea Scanzi, giornalista del Fatto Quotidiano, preso dalla sua pagina facebook. Rispecchia abbastanza fedelmente l'idea che mi sono fatto dell'esito di queste Amministrative.

Ieri, a Piazzapulita, ho analizzato il risultato delle amministrative. Molti hanno applaudito, qualcuno si è arrabbiato (li capisco: se non fossi Andrea Scanzi, mi starei profondamente sulle palle). Ho più o meno (già) detto tutto. Ma certe cose è bene scriverle. 1) Le elezioni non le ha vinte nessuno, se non l'astensionismo, e le ha perse il M5S. Negare entrambe le cose è malafede (vedi alla voce "non indugiamo sull'astensionismo"), infantilismo tenero (vedi alla voce "ha vinto il PD") e mirror climbing (vedi alla voce "Noi del M5S non abbiamo perso"). 2) Il M5S era l'ultimo argine al disimpegno, all'astensionismo. Ora sembra saltato anche quel baluardo. E la disaffezione è totale. Se il Pd trova in ciò motivo di gioia, be', complimenti per l'ennesima perversione. 3) Ogni volta che vado in tivù e oso ricordare non solo i difetti (come ho sempre fatto) ma anche i pregi del M5S, arriva l'accusa - o dal Pd, o dal Clan dei CerchioBattisti Intellettualmente Eunuchi - di "servilismo", "Casaleggismo", "Emilio Fede di Grillo" (ma non era Travaglio? Diteci chi lo è davvero, altrimenti io e Marco ci litighiamo la qualifica).

domenica 26 maggio 2013

Partiti e tornati, di Marco Travaglio

Editoriale di Marco Travaglio. Rimborsi elettorali ai partiti, che fino ad ora sono solo tweet di Letta e titoloni sulla stampa. I Partiti sono come i drogati vanno disintossicati dai soldi un po' alla volta. Si chiede Travaglio: Come mai questo ddl sull'abolizione dei finanziamenti pubblici puzza così tanto di bruciato?

Per ora l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è solo un tweet di Enrico Letta che annuncia un disegno di legge che verrà esaminato dalle commissioni parlamentari competenti e poi, se nel frattempo non sarà caduto il governo o finita la legislatura, approderà nelle aule di Camera e Senato che dovranno discuterlo, emendarlo e infine approvarlo con doppia lettura conforme. Insomma, i titoli trionfalistici dei giornaloni (Repubblica: “Soldi ai partiti, stop entro luglio”, Corriere: “Letta: basta soldi ai partiti”, La Stampa: “Partiti, stop ai soldi pubblici”) sono la solita propaganda a un governo che finora non ha fatto altro se non promettere mari e monti senz’avere un soldo in cassa. Dipendesse dai giornali, Letta e i suoi ministri sarebbero disoccupati, perché l’Italia l’avrebbe già salvata il governo Monti a colpi di “Salva Italia”, “Semplifica Italia”, “Sviluppa Italia”, “Modernizza Italia”, “Cresci Italia”, piani per la crescita, agende e tavoli e road map delle riforme (ovviamente condivise), fasi-1 e fasi-2, spending review, superconsulenti, supersaggi e supercazzole. Insomma avrebbe rivoluzionato la sanità, la scuola, l’università, le infrastrutture e la pubblica amministrazione, sbaragliato la corruzione, l’evasione e la disoccupazione, varato la miglior legge elettorale di tutti i tempi.

sabato 25 maggio 2013

Intervista al Troll, pagato per provocare online

Interessante intervista ad un "Troll" cioè un commentatore cibernetico seriale, che dalla mattina alla sera, sotto stipendio, passa da un blog ad un'altro commentando e creando disordini e provocazioni con metodi ben studiati.

Abbiamo intervistato un provocatore online, uno dei cosiddetti "troll", gente che di professione stuzzica reazioni scomposte nelle discussioni online.

Lo incontriamo in un bar in centro a Milano. Sul tavolo ha poggiato uno smartphone e un tablet. Non ci dice né il suo nome, né il suo nickname.



Vivi sempre connesso?

Purtroppo sì. Abbiamo un software che ci consente di monitorare le discussioni a cui partecipiamo e quando c'è una notifica abbiamo poco tempo per rispondere. Se lasciamo "andare" o ritardiamo, ci viene scalato dal compenso.



Quanto guadagni per fare questa attività?

Beh, dipende. Se sono efficiente anche 4-5mila euro al mese.

Grillo: Il Governo ha la pistola alla tempia, a fine estate salta.

Intervistato, Grillo esprime la sua opinione riguardo alla situazione del Governo Letta, sempre più sotto i ricatti di Berlusconi che sarebbe pronto a farlo saltare al momento opportuno.

"Il governo ha una pistola alla tempia". L'immagine è di Beppe Grillo, che sul suo blog torna ad attaccare il Pd per il sostegno dato al governo Letta di grandi intese: un esecutivo sul quale grava, a giudizio del leader del Movimento 5 Stelle, la pressione del PdL. Che in autunno diventerà insostenibile, perché a premere il grilletto penserà la Cassazione


"Sulla pallottola sono incise tre lettere I-M-U. Una tassa non soppressa, ma solo posticipata. Una cartuccia da sparare da parte di Berlusconi quando l'Imu dovrà essere eliminata alla fine dell'estate. Il governo si accorgerà allora, con stupore,
che ciò non è possibile", assicura Grillo.

venerdì 24 maggio 2013

Renzi è il Berlusconi 2.0

Ecco Renzi o Renzie come lo chiama Grillo, che si fa immortalare in pose e in vesti alla Fonzie. Il percorso mediatico del piacione toscano è solo all'inizio.

Si fa ritrarre in pose accattivanti e casual, pare quasi uno di noi, uno che potresti incontrare per strada. In realtà questo è l'inizio del suo percorso mediatico. Le apparizioni in tv cresceranno esponenzialmente con l'avvicinarsi di nuove elezioni.
La metodologia nel mostrarsi del rottamatore non è mistero considerando chi gestisce la sua immagine, Giorgio Gori, ex direttore di Canale 5 e produttore televisivo. Gori, che si è fatto le ossa a Mediaset saprà sicuramente scegliere con cura le trasmissioni in cui far apparire Renzi, magari lo vedremo dare consigli ai ragazzi di Amici, oppure cucinare una bistecca alla fiorentina dalla Clerici, o meglio ancora apparire in orario cena al tg5, le occasioni per ascoltarlo non ci mancheranno sicuramente.

I ladri e i Penati, di Marco Travaglio

L'inciucio è sempre più palesemente un morboso accordo di reciproci favori, per salvare prima uno poi l'altro. E il processo di Penati va in prescrizione dopo che ha dichiarato di rinunciarvi, ma dice di non essersene accorto. 


In perfetta coerenza con la sua missione di depistare i lettori anziché informarli, la gran parte della stampa titola sul falso scandalo di Filippo Penati che incassa la prescrizione a sua insaputa dopo aver giurato che vi avrebbe rinunciato, anziché sul vero scandalo della legge Severino, umoristicamente chiamata "anticorruzione", che gli ha regalato la prescrizione anticipata. Penati ha lasciato la politica, è tornato a fare l'insegnante (non osiamo immaginare di quale materia) e, in un paese dove neanche i politici rinunciano alla prescrizione di reati gravi, figuriamoci se possiamo pretenderlo dai privati cittadini. Lo schifo è un altro: la legge bipartisan del governo Monti che "spacchettò" il delitto di concussione, lasciando intatta quella "per costrizione" e scorporando quella "per induzione" (quando il pubblico ufficiale estorce denaro al privato con le buone maniere, forte del suo potere intimidatorio, cioè nella maggior parte dei casi). La prima fattispecie restò punita fino a 12 anni, con prescrizione di 15.

giovedì 23 maggio 2013

Travaglio: Berlusconi come una mignotta veterana che difende il suo marciapiede

Articolo di Marco Travaglio, sul Fatto Quotidiano, ironico e pungente come sempre. Analisi su l'ineleggibilità di B. e le giustificazioni dei suoi.

La scena ricorda quelle dei film di Er Monnezza. Esterno notte, strada buia alla periferia di Roma illuminata dai fuocherelli delle mignotte. Ne arriva una nuova e viene subito scacciata dalle veterane: “‘A bbella, qua ce stamo noi, questa è zona nostra”. E la novizia deve sloggiare. È quel che sostengono anche i servi di B. sparsi nel Pdl, nel Pd e sui giornali, impegnatissimi a difendere la sua permanenza abusiva in Parlamento col decisivo argomento che lui sta lì da vent’anni, non importa se illegalmente in base alla legge 361 del 1957: quella è zona sua.


È una nuova versione di quella che in diritto si chiama “usucapione”: se uno s’impossessa di un bene non suo, dopo vent’anni ne diventa proprietario. Ora, siccome dal ’94 centrodestra e centrosinistra si sono dati il cambio nel dichiararlo eleggibile anche se non lo era, B. dopo vent’anni ha acquisito il seggio per nanucapione. Michele Ainis, giurista, riconosce sul Corriere che in effetti la legge “proibisce l’elezione dei titolari di concessioni (come le frequenze tv) da parte dello Stato” e la ragione è “evidente anche a un bambino: disinnescare i conflitti d’interesse”. 

Gioco d'azzardo, quando la politica entra nel business

Gioco d'azzardo e politica, senatore del Movimento 5 stelle denuncia l'intreccio che li unisce. 

Il Senatore Giovanni Endrizzi, del Movimento 5 Stelle, in un suo intervento al senato denuncia il collegamento tra il gioco d'azzardo e la politica, con riferimento ad un servizio delle Iene andato in onda su italia1. Finanziamenti diretti e indiretti da società che gestiscono il gioco d'azzardo a politici e loro familiari. Per la prima volta sento denunce di questo tipo in Parlamento, mi sento rappresentato a tutti gli effetti.

Ecco dunque il video dell'intervento:

mercoledì 22 maggio 2013

Marco Travaglio: Parasole e paraculi

Editoriale di Marco Travaglio, sul Fatto, dove parla dell'attentato a Paolo Borsellino e la scomparsa dell'agenda rossa. Intrecci e depistaggi che a distanza di anni tornano ad agire per coprire la verità.

Ecco l'articolo di Travaglio, leggendolo mi viene da pensare che il marcio e i poteri forti sono radicati più in profondità di quanto crediamo:

"Dunque la presunta agenda rossa di Borsellino, di cui alcuni organi di stampa e di tv ci hanno riempito i timpani e non solo negli ultimi giorni, era il piccolo frammento di un parasole per auto, di quelli usati d'estate per proteggere dal sole il cruscotto e il volante ed evitare che diventino incandescenti. L'ha stabilito la Polizia Scientifica su mandato della Procura di Caltanissetta. Se non ci fosse di mezzo un probabile depistaggio per coprirne altri che durano da ventun anni, ci sarebbe da scompisciarsi. Invece, come ha detto subito Salvatore Borsellino, c'è da vomitare.

martedì 21 maggio 2013

Violante, ineleggibilità Berlusconi: Non l'abbiamo mai votata, perchè cambiare?

Agghiaccianti le dichiarazioni di Violante del Partito Democratico riguardo al tema caldo della giornata, l'ineleggibilità di Berlusconi.

Ecco quanto dichiarato da Luciano Violante, lasciando trasparire totale indifferenza di fronte a questo scoglio "simbolo" della lotta anti-berlusconiana sbandierata in campagna elettorale e mai concretizzata:

"Per tre o quattro volte, nelle passate legislature, il centrosinistra ha votato contro l’ineleggibilità di Berlusconi. Se non ci sono fatti nuovi non vedo perché dovremmo cambiare questa scelta."
Come dice Travaglio, son vent'anni che ci prendono per il culo.

Grillo: Chiarimenti su blog e pubblicità

Dal Blog di Beppe Grillo arriva un comunicato, in cui si chiarisce la situazione riguardo il blog e la pubblicità in esso contenuta.                                                

"Il Blog è nato nel 2005. A differenza della maggior parte dei prodotti editoriali italiani televisivi o cartacei non ha mai utilizzato fondi pubblici. Negli ultimi anni la sua gestione è stata sempre in perdita. Nel 2012 i costi erano diventati insostenibili e fu inserita per questo, verso metà anno, la pubblicità, ma non per tutte le categorie, per evitare di chiuderlo. Nel 2011 Casaleggio Associati (CA) ha chiuso in passivo di 57.800 euro con un fatturato di circa 1.400.000 euro. Le perdite del blog sono state sempre coperte da CA. I bilanci di CA depositati alla Camera di Commercio di Milano sono peraltro disponibili a qualunque giornalista interessato ai suoi mirabolanti guadagni." Lo staff di Beppe Grillo

lunedì 20 maggio 2013

Replica del M5S a Report. Ma sui tg spopola l'inchiesta, meno quelle sui tesori dei partiti.

Replica del Gruppo Parlamentare del M5S a Report, in seguito al servizio mandato in onda ieri sera. Intanto i tg fanno eco, tralasciando le inchieste sui tesori dei partiti.

Arriva la risposta del M5S a Report, la trasmissione di Rai3. Proviene dalla pagina facebook del gruppo parlamentare del M5S la replica al servizio andato in onda ieri sera su Rai3. 
Intanto i tg con entusiasmo fanno eco all'inchiesta di Report tralasciando (in malafede) le inchieste andate in onda solo pochi minuti prima sui rimborsi elettorali del Pd e del Pdl, e sui beni (tesori veri e propri) mobili e immobili accumulati nei decenni. 
Ed eccola dunque:

"Con riferimento alla puntata di ieri sera del programma "Report", a cura di Milena Gabanelli, il gruppo parlamentare del M5S alla Camera informa di non aver ricevuto alcuna richiesta da parte della redazione, relativamente all'organizzazione del gruppo comunicazione e alle connesse spese. 

I perdenti giocano sporco. Presentato ddl per fermare M5S, dura replica di Grillo.

La vecchia politica dei perdenti presenta la legge che impedirebbe al Movimento 5 Stelle di partecipare alle elezioni.

Al Senato è stato presentato un ddl a firma Finocchiaro e Zanda che impedirebbe a quei soggetti senza personalità giuridica e senza statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di partecipare alla elezioni politiche. In pratica questa legge bloccherebbe tutti i movimenti come quello di Beppe Grillo. Il PD sostiene: "Va garantita democrazia interna ai partiti". Arriva però durissima la replica di Beppe Grillo: "Se questa legge passa non ci presenteremo alle prossime elezioni. 'Il Movimento 5 Stelle non e' un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti Movimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni." 
Con questo sporco gioco, la casta ha dimostrato impotenza di fronte alla grossa crisi politica che il nostro Paese sta affrontando. Hanno in questo modo dimostrato, anche, che le priorità della maggioranza non sono il lavoro, lo sviluppo o la cassa integrazione, ma eliminare quello che individuano come il più grande pericolo per i loro privilegi e le loro poltrone.

Padellaro: La solitudine degli elettori

Analisi del direttore del Fatto, Antonio Padellaro, sull'assenza del Pd alla manifestazione della Fiom.

"Di bandiere del Pd ce n’era una soltanto, ma siamo convinti che di elettori del Pd ce ne fossero davvero molti, forse la maggioranza tra i centomila di piazza San Giovanni a Roma dove, ieri, intorno alla Fiom-Cgil di Maurizio Landini, c’erano con la sinistra del lavoro, della legalità e della dignità, Stefano Rodotà, Sergio Cofferati, Gino Strada, Antonio Ingroia, Nichi Vendola e i 5Stelle. Lavoro e diritti che teoricamente dovrebbero stare a cuore al Pd dell’ex leader della Cgil Epifani, così come a Bersani e agli altri esponenti del sinedrio democratico che, sempre molto teoricamente, di sinistra dovrebbero sentirsi. È un caso unico, quello di un gruppo dirigente che, come paralizzato da una forza potente quanto misteriosa, abbandona i propri militanti nella solitudine politica anche a costo di perderli per sempre. Una coazione a ripetere gli stessi errori che dura guarda caso da un decennio, da quando (era il 2002) sempre in quella piazza San Giovanni un milione di cittadini dissero: basta con Silvio Berlusconi. Sembrò la volta buona, ma poi furono lasciati soli dai Ds, e si è visto come è finita.

Marco Travaglio: Mi faccia il piacere

Editoriale di marco Travaglio, sul Fatto Quotidiano di oggi.

Scrive Travaglio:
"Viva la libertà. "Il referendum tra i deputati scuote il Movimento: 'Restituire la diaria? Vogliamo libertà di coscienza'" (Corriere della sera, 7-5). Dicesi coscienza quella cosa che sta lì accanto al portafogli.
Location. "Un'altra Brescia e lascio" (Enrico Letta al suo vice Angelino Alfano sul pullmann verso l'abbazia di Spineto, Repubblica ,13-5). Vorrà dire che la prossima
marcia contro i giudici la faranno direttamente a Milano.
Sollevare. "La Boldrini da domani non ci rompa più i coglioni" (Alessandro Sallusti, La7 , 11-5). "La mia colpa? Avere sollevato in tv... il problema della presidente silente" (Alessandro Sallusti, il Giornale, 13-5). Ecco, lui aveva solo sollevate il problema.
Italiapassata. "Il think thank di Montezemolo. ItaliaFutura torna alle origini: 'Non siamo una corrente'" (La Stampa, 15.5). Manco quella?
I ladri e i penati. "Sbaglia chi oggi vuole mettere della distanza tra me e i Ds. La storia dei Ds è anche la storia di un pezzo della mia vita. E sbaglia chi pensa che io sbatta la porta" (Filippo Penati, Corriere , 15-5). Anche perchè non c'è nemmeno più la porta.

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