"Bei tempi quando giocavamo a cowboy e indiani, o a guardie e ladri e poi, crescendo, ci dividevamo fra destra e sinistra. Ora, con tutti i problemi che già abbiamo, ci tocca pure domandarci se siamo o no “divisivi” e “seminatori di odio”. E, in caso affermativo, redimerci e scusarci per avere magari inavvertitamente sabotato la “pacificazione nazionale”. Prodi e Rodotà non sono andati al Quirinale in quanto “divisivi”: conoscendo B., l’avrebbero tenuto lontano dal governo; invece Napolitano, conoscendo B., l’ha tenuto molto vicino, anzi dentro. Enrico Letta è divenuto premier proprio perché non è divisivo: anzi, è proprio indivisibile dallo zio. L’altro giorno un Comune toscano ha rinunciato a intitolare la sala consiliare a un’eroina partigiana perché la Resistenza “è divisiva”. Giusto: non c’è nulla di più partigiano dei partigiani, che osavano combattere i fascisti, per giunta con le armi, anziché abbracciarli fraternamente e farci un governo insieme.
martedì 14 maggio 2013
Marco Travaglio: Divisivi e no
Ecco cosa scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, analisi su ciò che si può considerare divisivo o meno in un momento di larghe intese.
lunedì 13 maggio 2013
Commenti offensivi a Napolitano dal Blog di Grillo: la Cancellieri autorizza i PM a procedere

Sarebbe per noi interessante conoscere l'entità dell'offesa nei commenti, ma resta il fatto che leggere questa notizia mi ha lasciato l'amaro in bocca e una domanda mi sorge spontanea: quanto è marcato il confine tra offesa punibile con la legge e semplice dissenso? Rimane sempre importantissimo rispettare le istituzioni anche se riteniamo non operino nel giusto senso e non è mia intenzione sollevare inutili polemiche, ma il dubbio aleggia in me.
De Gregorio: Berlusconi si assolve in TV
Segue quanto scrive Concita de Gregorio, sul Format di Canale 5 di ieri sera: La guerra dei vent'anni, Ruby ultimo atto. Un processo senza giudici, insomma.
"C’è pochissimo da scherzare e ancor meno da ironizzare sul fatto che il principale partner del governo Letta abbia aperto le porte di casa sua a giornalisti della sua rete tv ammiraglia per rifare il processo Ruby senza giudici, con se stesso in maglioncino blu al posto di Ilda Boccassini.
C’è poco da scherzare sul format di Canale 5 La guerra dei vent’anni, un ibrido fra Un giorno in pretura, una versione made in Arcore di Report (la versione padronale del concetto di inchiesta giornalistica) e una versione soap della Piccola fiammiferaia dove una povera ragazza marocchina che «non induce nessun sentimento diverso dalla commiserazione », dice Berlusconi, racconta una storia terribile mostrando cicatrici sul suo corpo, fa piangere i commensali, chiede 57 mila euro per aprire un centro estetico in via della Spiga e salvarsi così — un modo come un altro — da una vita di assalti costanti da parte di uomini incessantemente animati da “cattive intenzioni” e trova un benefattore che, commosso, glieli dà.
"C’è pochissimo da scherzare e ancor meno da ironizzare sul fatto che il principale partner del governo Letta abbia aperto le porte di casa sua a giornalisti della sua rete tv ammiraglia per rifare il processo Ruby senza giudici, con se stesso in maglioncino blu al posto di Ilda Boccassini.
C’è poco da scherzare sul format di Canale 5 La guerra dei vent’anni, un ibrido fra Un giorno in pretura, una versione made in Arcore di Report (la versione padronale del concetto di inchiesta giornalistica) e una versione soap della Piccola fiammiferaia dove una povera ragazza marocchina che «non induce nessun sentimento diverso dalla commiserazione », dice Berlusconi, racconta una storia terribile mostrando cicatrici sul suo corpo, fa piangere i commensali, chiede 57 mila euro per aprire un centro estetico in via della Spiga e salvarsi così — un modo come un altro — da una vita di assalti costanti da parte di uomini incessantemente animati da “cattive intenzioni” e trova un benefattore che, commosso, glieli dà.
domenica 12 maggio 2013
Manifestazione PDL: Travaglio vs Berlusconi

"Bella l’idea del pellegrinaggio nella sua Medjugorje privata, Brescia, dove da vent’anni sogna di traslocare i processi da Milano. Purtroppo per lui, anziché dai giudici amici, il Cainano ha trovato ad accoglierlo migliaia di contestatori col dito medio alzato, cori “In galera” e cartelli con scritto “Hai le orge contate”. Il pretesto della scampagnata era sostenere un tal Adriano Paroli, il solito ciellino candidato a sindaco. Il quale, a cose fatte, è salito sul palco affiancato – per peggiorare la sua già penosa condizione – dalla Gelmini. E si è scusato di esistere: “Non era previsto un mio saluto…”.
Intanto il Popolo delle Libertà – qualche migliaio di poveretti – sfollava rapidamente la piazza, come alla fine dei concerti quando arrivano gli elettricisti e i facchini a portar via gli strumenti. Il meglio era accaduto prima, quando l’anziano delinquente (parola del Tribunale e della Corte d’appello), aveva intrattenuto i complici sull’imprescindibile tema dei cazzi suoi. Raramente s’erano viste scene più paradossali (a parte il silenzio di Pd, Letta e Napolitano, troppo impegnati contro i 5Stelle per accorgersi di quanto accade a Brescia).
Il silenzio assordante di Napolitano e PD
Ieri a Brescia, Silvio Berlusconi e alcuni esponenti del Pdl, tra cui anche ministri del Governo, hanno partecipato ad una manifestazione di protesta contro la magistratura. Dopo la condanna in Appello c'era da aspettarsi una buffonata del genere. La cosa interessante è constatare che B. e compagnia bella sono stati accolti tutt'altro che a braccia aperte. Infatti, esponenti Pdl sono stati ricevuti da centinaia e centinaia di contestaori, di diverse aeree politiche, a cori di "Ladri, ladri" oppure "in galera, in galera" o ancora "vergogna, vergogna", è volato pure qualche schiaffo tra i militanti del "meno male che Silvio c'è" e i contestatori. La Santanchè, Gasparri, Brambilla e Brunetta sono stati accolti da fischi e cori, e loro sorridenti sfilavano, pomposi e fieri. Sul palco della manifestazione l'attenzione non è stata rivolta alla povertà crescente, alla mancanza di lavoro o ai suicidi che avvengono i queste ore, no, l'unico argomento sono i suoi numerosi processi e "la magistratura comunista" che affliggono il Cavaliere.
sabato 11 maggio 2013
Marco Travaglio: Fate schifo
Scrive Marco Travaglio:
"Siccome non c’è limite alla vergogna, ieri il Coniglio Superiore della Magistratura, già organo di autogoverno della medesima e ora manganello politico per mettere in riga i “divisivi” che disturbano l’inciucio, ha condannato alla “censura” il pm minorile di Milano Anna Maria Fiorillo. Ha insabbiato un’indagine? È andata a cena con un inquisito? È stata beccata al telefono con un politico che le chiedeva un favore? No, altrimenti l’avrebbero promossa: ha raccontato la verità sulla notte del 27 maggio 2010 alla Questura di Milano, quando Karima el Marough in arte Ruby, minorenne marocchina senza documenti né fissa dimora fu fermata per furto e trattenuta per accertamenti.
Quella notte, per sua somma sfortuna, era di turno la Fiorillo che, per sua somma sfortuna, è un pm rigoroso che osserva la Costituzione, dunque non è malleabile né manovrabile. Al telefono con l’agente che ha fermato la ragazza, dice di identificarla e poi affidarla a una comunità di accoglienza, come prevede la legge. Mentre l’agente la identifica e cerca una comunità (ce n’erano parecchie con molti posti liberi), viene chiamato dal commissario capo Giorgia Iafrate, a sua volta chiamata dal capo di gabinetto Pietro Ostuni, a sua volta chiamato dal premier Berlusconi direttamente da Parigi. L’ordine è di “lasciar andare” subito la ragazza perché è “nipote di Mubarak” e si rischia l’incidente diplomatico con l’Egitto. Così la Questura informa la pm che Ruby è stata affidata a tale Nicole Minetti, “di professione Consigliere Ministeriale Regionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri” (supercazzola testuale). “Ciò – annoterà la Fiorillo nella sua relazione – suscitò in me notevoli perplessità che esternai con chiarezza, sottolineando in modo assertivo l’inopportunità di un affidamento a persona estranea alla famiglia senza l’intervento dei servizi sociali.
"Siccome non c’è limite alla vergogna, ieri il Coniglio Superiore della Magistratura, già organo di autogoverno della medesima e ora manganello politico per mettere in riga i “divisivi” che disturbano l’inciucio, ha condannato alla “censura” il pm minorile di Milano Anna Maria Fiorillo. Ha insabbiato un’indagine? È andata a cena con un inquisito? È stata beccata al telefono con un politico che le chiedeva un favore? No, altrimenti l’avrebbero promossa: ha raccontato la verità sulla notte del 27 maggio 2010 alla Questura di Milano, quando Karima el Marough in arte Ruby, minorenne marocchina senza documenti né fissa dimora fu fermata per furto e trattenuta per accertamenti.
Quella notte, per sua somma sfortuna, era di turno la Fiorillo che, per sua somma sfortuna, è un pm rigoroso che osserva la Costituzione, dunque non è malleabile né manovrabile. Al telefono con l’agente che ha fermato la ragazza, dice di identificarla e poi affidarla a una comunità di accoglienza, come prevede la legge. Mentre l’agente la identifica e cerca una comunità (ce n’erano parecchie con molti posti liberi), viene chiamato dal commissario capo Giorgia Iafrate, a sua volta chiamata dal capo di gabinetto Pietro Ostuni, a sua volta chiamato dal premier Berlusconi direttamente da Parigi. L’ordine è di “lasciar andare” subito la ragazza perché è “nipote di Mubarak” e si rischia l’incidente diplomatico con l’Egitto. Così la Questura informa la pm che Ruby è stata affidata a tale Nicole Minetti, “di professione Consigliere Ministeriale Regionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri” (supercazzola testuale). “Ciò – annoterà la Fiorillo nella sua relazione – suscitò in me notevoli perplessità che esternai con chiarezza, sottolineando in modo assertivo l’inopportunità di un affidamento a persona estranea alla famiglia senza l’intervento dei servizi sociali.
venerdì 10 maggio 2013
No grazie, magari la prossima

porterà il partito al Congresso, dove si eleggerà la nuova dirigenza. Il nome più gettonato in queste ore è Epifani, ex sindacalista. Insomma una ventata di novità... "mi sembra in totale continuità con il gruppo dirigente precedente. La cosa che non ho capito è se Epifani si candida a fare l’arbitro o se è una figura che intende candidarsi al prossimo congresso. L’altra volta fu Dario Franceschini che prima promise di non candidarsi e poi lo fece, ma non gli portò fortuna" dice Pippo Civati.
Intanto Matteo Renzi ha fatto sapere che a questo giro non si farà avanti, addirittura pare che i suoi siano favorevoli alla nomina di Fassino, strano modo di fare il rottamatore. Sicuramente Renzi non è uno sprovveduto, avrà pensato bene di tenersi lontano dai vertici del partito in un momento come questo, meglio attendere che gli elettori si dimentichino del suicidio del PD con le candidature del Presidente della Repubblica e il conseguente inciucio. Magari il prossimo anno, quando B. farà cadere il governo, si presenterà in forma smagliante, partecipando ad un numero
Iscriviti a:
Post (Atom)