Metto in evidenza un post di Andrea Scanzi, giornalista del Fatto Quotidiano, preso dalla sua pagina facebook. Rispecchia abbastanza fedelmente l'idea che mi sono fatto dell'esito di queste Amministrative.
Ieri, a Piazzapulita, ho analizzato il risultato delle amministrative. Molti hanno applaudito, qualcuno si è arrabbiato (li capisco: se non fossi Andrea Scanzi, mi starei profondamente sulle palle). Ho più o meno (già) detto tutto. Ma certe cose è bene scriverle. 1) Le elezioni non le ha vinte nessuno, se non l'astensionismo, e le ha perse il M5S. Negare entrambe le cose è malafede (vedi alla voce "non indugiamo sull'astensionismo"), infantilismo tenero (vedi alla voce "ha vinto il PD") e mirror climbing (vedi alla voce "Noi del M5S non abbiamo perso"). 2) Il M5S era l'ultimo argine al disimpegno, all'astensionismo. Ora sembra saltato anche quel baluardo. E la disaffezione è totale. Se il Pd trova in ciò motivo di gioia, be', complimenti per l'ennesima perversione. 3) Ogni volta che vado in tivù e oso ricordare non solo i difetti (come ho sempre fatto) ma anche i pregi del M5S, arriva l'accusa - o dal Pd, o dal Clan dei CerchioBattisti Intellettualmente Eunuchi - di "servilismo", "Casaleggismo", "Emilio Fede di Grillo" (ma non era Travaglio? Diteci chi lo è davvero, altrimenti io e Marco ci litighiamo la qualifica). In Italia la stampa "libera" funziona così: "Puoi scrivere quello che vuoi, l'importante è che tu spali merda a prescindere sul M5S". Spiacenti, ragazzi. Non ci stavo sei anni fa, non ci sto adesso. Quella non è stampa libera: è stampa "noi siamo del Pd, un po' antiberlusconiani ma non troppo, equidistanti e sempre disponibili, l'importante è difendere lo status quo". Buona parte della stampa ha colpe imperdonabili: un mix mefitico di mancanza di talento, paraculismo, servilismo e tengofamiglismo. La categoria l'avete sputtanata voi. E se siete (a differenza di altri) senza pubblico, un motivo c'è. 4) Guai a prendere un Battista o un Polito qualsiasi come giustificazione per odiare tutti i giornalisti. Sarebbe come dire che la musica leggera fa tutta schifo perché c'è Povia (che è comunque più bravo di Battista e Polito). Il servizio della Giannini era altamente discutibile, ma attaccare la Gabanelli è stato uno dei tanti autogol di Grillo e soci. I detrattori non aspettavano altro per dire "Visto? Contestano perfino lei che un mese fa volevano Presidente della Repubblica". Tiratevela di meno, e argomentate di più. 5) Troppi "dirigenti" del M5S sembrano pescati a caso dal Dixan. Si va dal tizio folklorostico sciroccato alla boriosetta io-so-stocazzo (mi direte: "Anche tu sei così. Un supponente pazzesco". Sì. Certo. E vi ringrazio. Ma io ci gioco. E soprattutto non faccio politica). Da questa sconfitta, il M5S può ricavare insegnamenti preziosi, attuando poi una scrematura interna e un miglioramento della sua classe politica. Meglio non accettare prima un candidato che espellerlo poi (lo ha scritto stamani anche Travaglio, a cui vi rimando. Anche qui. Leggo da più parti: "Sei sempre più uguale a Travaglio, vergogna!". Tocca ripetersi: era come dire a Stevie Ray Vaughan che somigliava troppo a Hendrix. Che razza di insulto è? E via, su). 6) Quando leggo Repubblica e affini che "è la rivincita del Pd", capisco che il Pd non ha speranza. Il Pd ha vinto quando non poteva non vincere (è diventato un trionfo perfino non perdere a Pisa o Siena?), quando l'avversario era oltremodo logoro (Alemanno, Gentilini) e quando ha corso contro il Pd (Serracchiani, Marino). Se il Pd si autoerotizzerà pure qui, andrà incontro all'ennesimo coito interrotto della sua vita (fateci caso: il Pd sbaglia anche quando si masturba. Che è difficile. Ma loro, non si sa come, spesso ce la fanno). 7) Il crollo (innegabile e prevedibilissimo) del M5S ha reso felici tutti, perché il M5S mette in discussione tutto (anche il sistema di informazione). Questa cosa ha un nome preciso: si chiama "restaurazione". Tre mesi fa gli italiani hanno chiesto il cambiamento: la risposta della casta è stata l'arrocco. I Capezzone e i Letta. Un po' come (l'ho già detto ieri sera) se a 16 anni avessi cercato un disco rivoluzionario, tipo Alice in Chains o Nirvana, e mi avessero venduto un best of di Toto Cutugno. Come minimo, in quel negozio, non ci sarei tornato. Infatti gli italiani, al voto, non ci sono tornati. 8 ) Le amministrative non sono nazionali. Alle amministrative si vota la persona, e capisco benissimo chi per esempio a Roma abbia votato "contro Alemanno" come prima priorità. Oltretutto Marino è una brava persona, dotata e coraggiosa. Credo che lo avrei votato anch'io, come avrei votato al tempo Pisapia, Zedda e De Magistris. Le nazionali sono diverse e la persona conta molto di meno (e il "leader" molto di più). I sondaggi di ieri (che notoriamente non sono pro-Grillo) davano M5S sopra il 24% (in crescita rispetto a una settimana fa) e il Pd al 23, con il Pdl al 29. Mentre il Pd brinda per il trionfo (?) di Imola, il paese si riconsegna a Berlusconi e non si discosta più di tanto da Grillo: sveglia, (non) compagni, o da qui a un anno vi beccate un'altra tramvata. 9) Il post di oggi di Grillo (apparso molto giù durante il Tutti a casa tour) è anzitutto un'ammissione della sconfitta e degli errori commessi, ma - di nuovo - la sintesi dei soliti soloni è "Grillo accusa gli elettori di Pd e Pdl di sfasciare il paese". La disonestà intellettuale non pare mai andare fuori moda. 10) Leggere il risultato delle amministrative come un plauso degli italiani (quei due o tre che hanno votato) al governo delle larghe intese, come molti "colleghi" dicono e scrivono, è come sostenere che il cinema italiano gode di ottima salute perché Massimo Boldi si è comprato un altro yacht.
Fonte: Fb Andrea Scanzi
Nessun commento:
Posta un commento